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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 9 maggio
#1
Vincenzo Borgarello
[Immagine: 1463045442170BorgarelloVincenzo.jpg]
Nato a Cambiano (TO) il 9 maggio 1884, deceduto a Torino il 6 gennaio 1960. Fondista veloce. Professionista dal 1909 al 1914, con 7 vittorie.
Il suo spunto veloce, nelle “terribili” strada di quei tempi, non era inferiore a quello di un Ganna, un Galletti, un Cuniolo, un Garrigou o un Petit Bretion, ma non valeva costoro nel complesso della corsa. Aveva meno fondo, ed era marcatamente meno forte in salita. Ciononostante fu un ottimo corridore e non a caso ha sempre corso accasato, prima con la Peugeot, quindi con la Legnano e con l’Atala. Andò a segno più volte sia al Giro d’Italia che al Tour de France e non deve stupire se nel 1912 un sondaggio voluto da Tullo Morgagni per la Gazzetta dello Sport, circa "il corridore più famoso del momento" lo abbia visto netto vincitore.
Dopo un 1909 denso di piazzamenti anche al primo Giro d’Italia della storia ed il 2° posto nella XX Settembre, ruppe il ghiaccio con la vittoria nel 1910 trionfando nel Giro del Piemonte.  L’anno seguente vinse la tappa di Genova al Giro, fu 2° al Giro dell’Emilia e 3° nel Campionato Italiano
Nel 1912 l’esplosione: vinse le tappe di Bologna, Torino e Bergamo al Giro d’Italia, indi partecipò al Tour de France e qui trionfò nelle frazioni di Perpignan e Le Havre, chiudendo la Grande Boucle al 13 posto. Al Tour fu per un giorno leader della classifica generale senza quella Maglia Gialla che esordì nell’edizione 1919. Leadership che gli fu tolta da Odile Defraye, poi vincitore a Parigi. Sempre nel 1912 Borgherello fu 6° al Giro di Lombardia e raccolse tanti piazzamenti di frazione a Giro e Tour. Dopo quella esaltante stagione, fu vittima di un calo evidente nel rendimento complessivo e non vinse più. I suoi miglioro piazzamenti furono l’11° posto al Lombardia e alla Parigi Menin nel 1913 nonché l’8° posto alla Milano Sanremo 1914.

Flavio Giupponi
[Immagine: 16399150251325Giupponi,Flavio.jpg]
Nato a Bergamo il 9 maggio 1964. Passista scalatore. Professionista da settembre 1985 al 1994 con 10 vittorie.  
Un corridore che valeva di più i quel che sono state le risultanze e che aveva dalla sua, quella sorta di non conformismo che, nel ciclismo, è dire ciò che si pensa senza alterare le sostanze dei problemi. In più possedeva la bontà che viene dall’amore per la verità e l’onestà della realtà, ovvero aspetti che già ai suoi tempi poco si integravano con la legge dell’apparenza fatta di cospicua ipocrisia. E non c’è da stupirsi se il Giupponi dopo la carriera si sia allontanato dal ciclismo.
Si avvicinò al pedale perdendo diverse garette coi coetanei nel doposcuola. Loro però, erano equipaggiati come fossero già corridori, mentre lui correva su una sorta di cancello. Divenne corridore quando il padre, muratore, gli comprò una bicicletta da competizione e lui lo ringraziò vincendo subito. Quando arrivò fra i dilettanti si pose subito sul piedistallo dell’evidenza, con caratteristiche di passista e scalatore. Nel 1984 conquistò il Giro della Valle d’Aosta, la Settimana Lombarda e la Cronoscalata Gardone Val Trompia – Prati di Caregno. Nell’85 vinse il Giro delle Regioni, ovvero la corsa a tappe per “puri” più importante d’Italia e terza a livello mondiale, dietro la Corsa della Pace e il Tour de l’Avenir.
Nel settembre del citato anno, arrivò la chiamata di Pietro Algeri, per vestire da subito la divisa della professionistica Del Tongo-Colnago. Dopo un primo anno di apprendistato dove vinse due cronosquadre al Giro d’Italia e nella Crono-staffetta, gli fu affidato il compito di terza punta della Del Tongo (dietro Saronni e Baronchelli) alla “Corsa Rosa” 1987. La risposta di Flavio fu ottima: chiuse 5° e primo degli italiani. Nell’anno vinse i Gp di Firenze e di Grabdate, nonché ancora la Crono-staffetta.
Nell’88 fu nuovamente al via del Giro d’Italia, accanto a Franco Chioccioli che vesti la “Rosa” per due giorni prima di perderla nella famigerata tappa del Passo Gavia. Giupponi, quel giorno, arrivò davanti a “Coppino” e lo scavalcò nella Generale chiudendo 4° a Milano. Durante la stagione vinse a Barcellona la terza tappa del Giro di Catalogna, indi in Italia il Gp Fivizzano ed ancora la Crono-staffetta. Al Giro d’Italia 1989 fu al via coi colori della Malvor-Sidi e battagliò per la conquista della maglia rosa. Vinse la quattordicesima frazione che da Misurina si concludeva a Corvara in Badia e duellò non poco con Laurent Fignon che poi vinse il Giro. A Flavio Giupponi restò perenne il rammarico per l’annullamento della frazione Trento-Santa Caterina di Valfurva, a causa delle gravi condizioni meteo (cosa non accaduta per il Gavia l’anno prima). Il suo 2° finale però fu assai significativo.
Nel 1990 Giupponi passò alla Carrera Jeans, ma alla Milano-Sanremo cadde e si fratturò la clavicola in quattro punti. Venne operato con l’obiettivo di un recupero veloce, ma l’intervento andò ad inficiare la preparazione per il Giro, che lo vide ben diverso dagli anni precedenti. La forma arrivò poco dopo, ed infatti Giupponi vinse molto bene il Giro dell’Appennino, arrivò 3° al Campionato Italiano e partecipò al Tour de France dove però si ritirò alla 14esima tappa. L’anno seguente fu al via della Vuelta di Spagna in preparazione del Giro d’Italia, ma in terra iberica fu vittima di un altro infortunio, questa volta al muscolo tibiale. Conseguentemente alla “Corsa Rosa” corse per onor di firma senza la possibilità di emergere e si rutirò nel corso della 16esima frazione.
Dopo aver perso causa incidenti i momenti clou di due anni di fila, Flavio passò nel biennio 1992-’93 alla Mercatone Uno, ma non aveva più lo smalto per andare oltre a qualche piazzamento. Nel 1994 accettò l’offerta della Brescialat, ma l’avventura non fu felice, ed a giugno Giupponi lasciò la squadra e il ciclismo aginistico.

Angelo Mazzola
[Immagine: 9413.jpg]
Nato il 9 maggio 1918 a Cureggio (No) ed ivi deceduto il 19 settembre 1956. Passista scalatore. Professionista dal 1946 al 1951, con una vittoria.
C'era un Mazzola anche nel ciclismo, qualcuno potrebbe dire.... Già, mentre sui campi di calcio, l'Italia poteva ammirare il talento del grande Valentino, contemporaneamente sulle strade del ciclismo, il novarese Angelo, pur non campione si dimostrava buon corridore. Ad onor del vero, nel 1939, qualcuno, perlomeno in Piemonte e Lombardia, pensava a qualcosa di più di un buon corridore, ma la categoria dei dilettanti, anche allora, sapeva confondere. Angelo Mazzola, infatti, dopo piazzamenti e vittorie, fra le quali la famosa Targa d'Oro Città di Legnano, non passò professionista, perché come tutti fu fermato dalla guerra e quando tornò, stavolta nell'elite ciclistica, si difese, ma campione non lo fu. Nel 1946 fu 3° nel Gran Premio Liberazione a Torino, 5° nel GP San Fermo e si mise in evidenza da strappare un contratto con la Monterosa nel 1947 e di partecipare al Giro d'Italia, ma qui si ritirò. Nel resto di stagione, fu 7° al Giro di Toscana, 8° nella Classifica finale della Grenoble-Torino-Grenoble, 23° nel Giro del Piemonte e 55° al Campionato Italiano. Poi, nel 1948, ruppe il ghiaccio col successo, vincendo la Coppa Guglielmini, fu 6° nel Giro dell'Appennino e 10° nella Milano-San Pellegrino. Poi, un crollo nelle risultanze e, progressivamente, nelle presenze. A fine 1951, lasciò ufficialmente le corse ciclistiche.

Georges Meunier (Fra)
[Immagine: 16403689491325Meunier,Georges2.jpg]
Nato a Vierzon il 9 maggio 1925. Passista scalatore. Professionista dal 1946 al 1961 con 17 vittorie.
Un corridore che riuscì, senza fare sfracelli, a crearsi uno spazio di notorietà in una Francia che viveva su grandi nomi, sia su strada, che nel ciclocross, altro settore d'impegno di Meunier. Georges, di cui anche i figli Jean Claude e Alain, nonché il nipote Nicolas, sono stati corridori professionisti, si fece notare a soli 20 anni, nel 1945, giungendo da isolato, a vincere il prestigioso Circuit de l'Indre e cogliendo il terzo posto nel Tour de Correze. Poi, pur mantenendo la licenza da prof, addirittura anche qualche contratto, si eclissò per quasi 5 anni, a causa dell'esigenza di aiutare l'azienda agricola di famiglia.
Rientrò parzialmente nel 1949 vincendo la 3a tappa della Loira-Oceano e solo dal 1950, a tempo pieno, gareggiando sia su strada che nel ciclocross al cospetto di autentici mostri. Su strada vinse due tappe del Tour de France nel 1951 e '53, la Parigi-Limoges nel '51 il GP de la Trinité nel '56 e, nel cross, due Titoli Francesi, nel 1957 (dove fu 3° nel Mondiale) e nel 1960. Un ottimo corridore.
Tutte le sue vittorie. 1945: Circuit de l'Indre. 1949: 3a tappa Loira-Oceano. 1950: GP Debarquement Nord; 1a Tappa del Tour de la Manica. 1951: Parigi-Limoges; 3a tappa del Tour de France; GP Arras. 1952: GP de Bonat. 1953: 19° tappa del Tour de France. 1955: 6° tappa del Dauphine Liberé; 9a tappa (cronometro) del Tour del Marocco; Criterium Sain Amand e Grand Bourg. 1956: Criterium Gueret. 1957: Campionato Nazionale Ciclocross; Criterium di Brive. 1960: Campionato Nazionale Ciclocross.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Morris
#2
Giupponi che De Zan pronunciava con quattro P
 
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