Anche BASTA
Sgradevolissime le insinuazioni, le battutine, i like e controlike sul nulla detto. Un nulla che non è poco se milioni di appassionati possono interpretarlo come sospetto di doping. Un "venticello" che avvicina la calunnia, avvelena gli animi, mina alle basi lo stesso ciclismo. Perchè il doping, tra vero e presunto, ha già quasi distrutto il ciclismo e l'unica posizione plausibile è quella della serietà: controlli e sanzioni severissime in caso di accertamenti. Per il resto silenzio e pedalare, please.
Le sanzioni devono essere proporzionate ma devono anche far paura, io considererei fortemente anche il danno economico che un doping accertato produce, alla corsa cui si partecipa, alla squadra per cui si corre (quando on connivente o fautrice...), al ciclismo in generale. Mio malgrado, ho smesso per anni di seguire il ciclismo quando avevo l'impressione che a vincere fosse chi si dopava meglio facendola franca.
Obbligo di conservazione dei campioni e accertamenti anche in futuro, e ne rispondi economicamente anche tra dieci anni, vedi come la gente ci pensa 50 volte.
Per il resto le battutine prive di contenuto ma "capimose" squalificano chi le fa.
Basta anche con la cavolata tra gentlemen a seconda delle convenienze e del potere. Ieri Martin è caduto perché travolto da Porte. D'obbligo fermarsi e aspettarlo, o no? E c'è l'esempio di Paglia per Quintana, per giunta in pianura e in una fase tranquilla. Spiace che Aru non abbia sostenuto la posizione: "Non mi aspetto che mi si attenda se foro o cado, e non aspetto nessuno, è il ciclismo, così è sempre stato e così deve essere."
Tra i vassalli di Dum al Giro e quelli di Froome al Tour viene la nausea.