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Pagelle - Giudizio Giro d'Italia 2019
#4
Il Pagellone (Prima parte)

Movistar Team 9

La squadra più forte del Giro d’Italia 2019 e non soltanto perché con Carapaz e Landa aveva due tra i migliori tre scalatori del lotto. Anche le seconde linee infatti si sono dimostrate all’altezza della situazione, menzione d’onore per Pedrero. Carapaz (9), due vittorie di tappa e la classifica finale la dicono lunga su queste sue tre settimane. Ha dimostrato di avere occhio, di essere capace di sfruttare ogni situazione di potenziale vantaggio. Qualcuno si attendeva un calo in terza settimana, invece probabilmente ne avesse avuto bisogno avrebbe ulteriormente allungato sui diretti rivali. Landa (8), quarto posto per una manciata di secondi che sa di beffa ma è tutt’altro che un risultato da disprezzare, sia per quelle che erano le prospettive prima dell’inizio del Giro sia per la situazione post cronometro di San Marino quando languiva in trentesima piazza a quasi 5’ da Roglic. Il più forte in salita, insieme a Carapaz.


AG2R La Mondiale 6

La squadra francese strappa la sufficienza grazie fondamentalmente alle prestazioni di Peters (7) che vince una tappa ad Anterselva, di testa ma anche di gambe (sull’ultima salita è riuscito infatti ad estendere il vantaggio sui compagni di fuga, tra i quali Chaves, Formolo e Masnada), ed indossa anche la maglia bianca per tre giorni. Impalpabile Vuillermoz (4.5) e negativo Gallopin (5) dopo l’undicesimo posto alla scorsa Vuelta. Un solo guizzo con il secondo posto a L’Aquila prima del ritiro.


Androni Giocattoli Sidermec 8

Giro d’Italia di alto livello per la formazione del “Principe” Gianni Savio. Una vittoria di tappa e la “Cima Coppi” con Masnada più altri tre podi parziali (ancora con Masnada, Cattaneo e Vendrame). Una costante presenza in fuga alla caccia di traguardi parziali ma non solo. Dopo il Tour of the Alps grande conferma per Masnada (8) che vince di forza a San Giovanni Rotondo e poi si ripropone protagonista anche nelle tappe di alta montagna. Unico giro a vuoto nella tappa di Como. Giro molto positivo anche per Cattaneo (7+), costantemente in fuga e vicino alla vittoria di tappa a Como al termine della “strana” fuga a due con Cataldo. Ottime le due Top10 nelle crono di San Marino e Verona. Vendrame (6.5) dopo un’ottima Primavera è riuscito a ritagliarsi un giorno da protagonista anche al Giro. Senza i guai meccanici probabilmente avrebbe anche vinto una tappa, a San Martino di Castrozza.


Astana Pro Team 7.5

Tre vittorie di tappa e la maglia bianca sono un bottino che sarebbe valso un voto molto alto a quasi tutte le altre squadre ma le aspettative per l’Astana e soprattutto per Miguel Angel Lopez era molto più alte. Lopez (6) bersagliato dalla sfortuna ma mai davvero convincente in salita, mai capace di fare la differenza come invece ha già dimostrato di poter fare nella sua giovane carriera. Il settimo posto rappresenta un bel passo indietro rispetto ai due podi dello scorso anno, a Giro e Vuelta, e la maglia bianca una magra consolazione. Bilbao (8), non riesce a confermare il sesto posto dello scorso ma vince due tappe salvando sostanzialmente il Giro della squadra. Molto bene nelle tre crono (11°-9°-7°). Cataldo (7.5) vince una tappa dopo sette anni dal trionfo alla Vuelta, riuscendo a Como a rifarsi della piccola delusione di Pinerolo dove viene fermato negli ultimi chilometri per aiutare Lopez. Molto onestamente aveva comunicato alla squadra di non sentire la gamba giusta per poter vincere, ma certamente dopo aver visto trionfare Benedetti qualche dubbio gli è venuto nel post tappa. Ion Izagirre (4.5), semplicemente “Chi l’ha visto?”.


Bahrain Merida 7.5

Squadra tutta votata alla causa di Nibali ed alla fine il secondo posto tutto sommato non è un risultato da buttare. Vincenzo Nibali (8), undicesimo podio nei GT a meno due dal recordman Anquetil, sesto podio (2-2-2) negli ultimi sei Giri d’Italia disputati. Sono numeri che confermano la qualità dello “Squalo”. Resta il rammarico a mio avviso soprattutto per Ceresole più che per Courmayeur, quando il duello, psicologico e non, con Roglic ha permesso a Carapaz di porre i primi pilastri per la vittoria del Giro. Ottimo il rendimento nelle cronometro, dietro solo a Roglic e Campenaerts prendendo in considerazione le tre prove contro il tempo. Caruso (7.5), dopo un inizio di Giro travagliato per via della febbre, si rivela fondamentale per la causa del capitano nella seconda parte e probabilmente, se avesse avuto carta bianca, sarebbe riuscito anche a portare a casa una tappa in fuga nell’ultima settimana. Pozzovivo (7), la caduta alla Freccia Vallone ne ha rallentato l’avvicinamento al Giro ma non gli ha precluso la possibilità di aiutare con profitto Nibali. Fondamentale il lavoro soprattutto negli ultimi chilometri della salita di Anterselva, per mascherare la giornata negativa dello Squalo. Antonio Nibali (6.5) porta a casa un onesto Giro da gregario sbugiardando le malelingue. Niente a che vedere con il fratello per classe e motore però dimostra di poterci stare a questo livello.


Bardiani CSF 5

Obiettivamente non potevano esserci grandi aspettative quest’anno sulla Bardiani scorrendo il roster a Bologna. Maestri e Senni spesso in fuga, si è messo in evidenza soprattutto Carboni (7) con due top5 a San Giovanni Rotondo e a San Martino di Castrozza oltre che ad alcuni giorni in maglia bianca.


Bora Hansgrohe 8.5


Tre vittorie di tappa, la maglia ciclamino ed il sesto posto in classifica di Majka rappresentano un ottimo bottino per la compagine tedesca. Ackermann (8.5) al primo GT in carriera ha confermato di essere un grande talento per le volate dopo un inizio di stagione con più ombre che luci. Stoico nel riuscire a concludere il Giro nonostante la rovinosa caduta di Modena. Majka (7), il sesto posto finale è tutt’altro che da buttare ma non è riuscito mai a dare l’impressione di brillantezza in salita mentre si è più che difeso a cronometro (tre top15). Nell’ultima settimana si è salvato più di testa che di gambe. Formolo (6), un Giro d’Italia nel complesso sottotono per Roccia che dopo la splendida vittoria di tappa al Catalogna e la piazza d’onore alla Liegi arrivava con altre aspettative: una top10 ed una vittoria di tappa non sembravano traguardi così impossibili. Messo nel sacco da Bilbao a L’Aquila e da Peters (e Chaves) ad Anterselva, esplode nel finale di terza settimana dopo essere rientrato in linea di galleggiamento in classifica. Benedetti (7.5) offre un grande contributo al treno di Ackermann e poi, un po’ a sorpresa, vince anche una tappa sopravvivendo al duro strappo di Pinerolo. Selig (7.5) il miglior “pesce pilota” del gruppo in questo Giro d’Italia, nel marasma post caduta di Ackermann a Modena riesce anche a centrare un prestigioso podio di tappa.


CCC Team 4.5

Highlighs del loro Giro, la bava oramai “storica” di Ten Dam sotto sforzo ed il passaggio di borraccia tra Ventoso e Nibali. Migliori risultati il terzo posto di Antunes a San Martino di Castrozza e due sesti di Cerny a Verona e di Mareczko (4.5) ad Orbetello. Giro negativo per l’ancora giovane velocista italiano, fuori tempo massimo alle prime montagne dopo la brutta caduta di Modena. Il punto di svolta della sua carriera sembra ancora lontano. Attivo De La Parte (5.5) in un paio di fughe in montagna ma senza dare mai l’impressione di poter cogliere un risultato di prestigio.


Deceuninck - Quick Step 4.5

Alzi la mano chi avrebbe pronosticato uno zero nella casella delle vittorie di tappa per la formazione belga, mattatrice della stagione. Viviani (6), non ripete l’exploit della scorsa stagione e lascia il Giro all’asciutto prima di Pinerolo. Tre secondi posti più la squalifica, a mio avviso sacrosanta, di Orbetello non sono una completa disfatta, dimostrano comunque come Elia fosse in una discreta condizione. Probabilmente a livello psicologico ha pesato più del dovuto la vittoria solo assaporata alla terza tappa togliendogli quella fiducia necessaria per battere il competitivo parterre di velocisti di quest’edizione. Jungels (4), un Giro d’Italia a dir poco negativo per il lussemburghese con l’unico “acuto” del settimo posto nella crono di San Marino. Subito staccato ed in affanno già dalle prime asperità, non risorge in terza settimana ma anzi raccoglie solo meste figure anche in fuga.


EF Education First 6.5

Nessun sigillo per l’Education First, subito orfana di Modolo, ma comunque un Giro vivace. Carthy (7.5) ha concluso le tre settimane all’undicesima piazza in classifica generale ma soprattutto mostrando ottimi segnali in ottica futura in terza settimana. Entrare in fuga non è mai semplice ovviamente ma strano che non abbia mai provato perché nell’ultima settimana avrebbe avuto grosse chance di portare a casa una vittoria tappa. Dombrowski (6.5), dodicesimo in classifica ed un paio di buone apparizioni in fuga. Deludente però sul “suo” Mortirolo. Kangert (7), super quinto posto nella crono di San Marino, in zona top10 fino a Courmayeur, è buon protagonista in due fughe in terza settimana.


Groupama FDJ 7

Squadra votata tutta alla causa di Demare (7.5) che non delude portando a casa una tappa, due secondi posti e sfiorando la maglia ciclamino. Non male il Giro di Madouas (7), tredicesimo in classifica generale, all’attacco a San Giovanni Rotondo e poi autore di un’ottima prestazione tra Croce D’Aune e Monte Avena. Più che buoni segnali in ottica futura anche se sembra avere potenziale per essere più un cacciatore di tappe che un uomo di classifica nei grandi Giri.
 
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RE: Pagelle - Giudizio Giro d'Italia 2019 - da Des - 04-06-2019, 04:51 PM

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